Cosa si intende con il termine generico di scienza?
Nel XVII secolo Galileo Galilei ha impostato per primo un metodo sperimentale volto a dimostrare le sensate esperienze: il suo punto centrale è la verificabilità delle affermazioni. Il metodo sperimentale deve produrre previsioni controllabili: la previsione viene ritenuta falsa quando la previsione non viene rispettata. Popper affermerà che una teoria scientifica è falsa quando si verifica un fatto che contraddice la teoria.
Popper individua un criterio per distinguere le teorie scientifiche dalle teorie non scientifiche: una teoria è scientifica quando è falsificabile. L’esperienza deve poter rimettere in discussione un sistema empirico: la previsione “qui domani pioverà o non pioverà” non può essere confutata mentre l’asserzione “qui domani pioverà” sarà considerata empirica. Il senso logico di una teoria scientifica deve poter essere falsificabile. Secondo Popper ciò che caratterizza il metodo empirico è il modo come espone alla falsificazione: la scienza non deve salvare il sistema ma deve scartare necessariamente le ipotesi che non hanno resistito alle sue critiche. La scienza vive di paradigmi concorrenziali: ciò che oggi è ritenuto scientificamente valido deve subire l’assalto concorrenziale di molteplici e agguerrite obiezioni. Senza discussione critica non esiste la scienza. Popper riassume il metodo scientifico in tre passi (problemi-teoria-critica):
1 inciampiamo in qualche problema
2 tentiamo di risolverlo
3 impariamo dai nostri sbagli
Senza discussione critica, senza la comprensione e il superamento degli errori, la scienza non progredisce. Vietare il confronto, la critica, la ricerca non serve alla scienza, spesso serve agli scienziati o forse ai cuochi scienziati.
In un famoso passo del Mondo Nuovo, A. Huxley sottolinea come il potere ha bisogno di una scienza asservita, debole, subordinata: nella storia troppo spesso è accaduto che pseudo scienziati si siano piegati al potere dominante, tradendo la stessa essenza della ricerca e lo sviluppo del bene comune. Gli scienziati diventano volgari e inaffidabili cuochi:
“La scienza è pericolosa; noi dobbiamo tenerla con la massima cura incatenata e con tanto di museruola.” “Cosa?” fece Helmolz al colmo dello stupore.
“Ma noi diciamo continuamente che la scienza è di tutti. E’ una sentenza ipnopedica.”
“Tre volte alla settimana da tredici a diciassette anni” intervenne Bernardo.
“E tutta la propaganda scientifica che svolgiamo al collegio…”
“Sì, ma quale specie di scienza?” domandò sarcasticamente Mustafà Mond.
“Voi non avete ricevuto cultura scientifica, e di conseguenza non potete giudicare. Io ero un ottimo fisico, ai miei tempi. Troppo bravo, quanto basta per rendermi conto che tutta la nostra scienza è una specie di ‘re dei cuochi’, con una teoria ortodossa della culinaria che nessuno ha il diritto di mettere in dubbio, e una lista di ricette alla quale non si deve aggiungere nulla eccetto che dietro permesso speciale del capocuoco…”A. Huxley, Il mondo nuovo, cap. 16
A qualcuno conviene avere gli scienziati ai fornelli, magari in televisione. Dietro il capocuoco.